Apollonia ci protegge dal mal di denti, mentre veglia su dentisti e ipnotisti

 

Secondo la leggenda, Apollonia di Alessandria è stata martirizzata ad Alessandria d’Egitto, attorno all’anno 250, in occasione di una rivolta contro seguaci delle sette cristiane, scatenata dal vaticinio di una sacerdotessa di Apollo. Durante questi tumulti Apollonia, che è descritta da Eusebio come “già avanzata nell’età” ancorché vergine, viene colpita da un colpo al viso che le fa cadere i pochi denti che ha.

In una successiva versione più elaborata, che comincia ad avere grande successo soprattutto quasi un migliaio di anni dopo, la si trasforma piuttosto in una ragazza (quasi tutte le sante sono presentate iconicamente come delle giovani dal volto angelico) cui i denti vengono strappati appositamente, con una tenaglia, come forma di tortura per farle abiurare il dio monoteista.

Secondo altre voci, che aggiungono con il tempo nuovi dettagli, Apollonia sarebbe anche stata minacciata di venire bruciata, per cui, essendo peraltro nella condizione di circolare liberamente, si suicida buttandosi di sua iniziativa dentro ad un fuoco, per evitare di venire bruciata dai miscredenti o di essere ulteriormente tormentata.

In molte versioni del racconto: Apollonia è descritta come particolarmente serena nel resistere al dolore, che si accompagna all’estrazione dei denti, apparentemente in virtù di qualche provvidenziale intervento soprannaturale.

Si parla anche spesso di un singolo dente, che le viene estirpato e che caratterizza dunque la sua immagine ufficiale, dove viene abitualmente rappresentata con in mano una tenaglia che stringe appunto un dente.

L’icona di Santa Apollonia è molto diffusa nelle chiese e nelle immaginette, con un buon seguito di fedeli a lei devoti.

Apollonia è diventata lo spirito protettore dei dentisti, ma più ancora dei loro clienti e in genere di chi soffre per qualche male ai denti o alla bocca.

Una caratteristica tipica della devozione nei confronti di Apollonia si lega alla speranza, da parte dei pazienti, che questa li possa proteggere dal dolore o quanto meno permetta loro di affrontare gli interventi odontoiatrici senza soffrire.

La natura miracolosa della figura di Apollonia viene infatti legata, nella visione popolare, soprattutto proprio al fatto di rimanere apparentemente anestetica durante il malefico intervento da parte degli aggressori ai suoi denti.

Il miracolo di Santa Apollonia sembra infatti consistere in una dissociazione analgesica, per cui il dolore ai denti viene verosimilmente stimolato a livello fisiologico, ma non viene raccolto a livello percettivo cosciente.

E’ proprio quello che spesso si ottiene per via ipnotecnica, da parte di molti odontoiatri. Mentre la capacità analgesica (in generale e non solo in ambito odontoiatrico) dell’ipnosi è uno degli effetti più notevoli che si possono raggiungere in medicina e appunto, in modo particolare, nel caso degli interventi dentistici.

Appare dunque possibile immaginare che la protezione di Santa Apollonia si estenda, oltre che ai pazienti odontoiatrici ed ai loro medici, anche a quanti aiutano entrambi (così come tanti altri, al di là della medicina) a raggiungere una maggiore serenità nella cura.

Apollonia significa: sacra ad Apollo, il dio Sole [rappresentato qui sopra, in un mosaico romano del secondo secolo, ad El-Jem in Tunisia].

Apollonia è presentata come egiziana, e quindi anche come potenziale messaggera (o dissidente) di Hermes.

Apollonia potrebbe essere un personaggio storico come anche no.

In effetti: ne abbiamo appena delle vaghe testimonianze. Ne parla Eusebio di Cesarea (265-340), nella sua Historia Ecclesiastica [in effetti: Ἐκκλησιαστικὴ ἱστορία, essendo scritta da Eusebio in greco] che è una specie di antologia in cui l’autore mette assieme e riorganizza varie storie e racconti precedenti. Eusebio sostiene di rifarsi ad una lettera del vescovo Dionigi di Alessandria, il quale riferirebbe episodi di cui potrebbe essere stato testimone o di cui almeno potrebbe avere udito da fonte che ritiene sicura.

Siamo insomma ai limiti della leggenda metropolitana, come spesso avviene per i racconti di quel tempo, riferiti di bocca in bocca, attraverso molte e diverse successive narrazioni fino ad oggi.

Ma, come avviene spesso nella mitologia, la drammatica storia mantiene tutto il suo fascino (e la sua speranza), indipendentemente dalle sue eventuali fantasiosità storiografiche.

 

Jean Fouquet, Martirio di Santa Apollonia nel Libro d’Ore di Etienne Chevalier (1452-1460)

 

La figura di Santa Apollonia è particolarmente rappresentativa anche per noi di Psicotecnica, come per tutti quelli che si occupano intensamente di Psicodramma ovvero di Teatro Attuale come facciamo noi.

La prima testimonianza che abbiamo del teatro medioevale, che era molto più diffuso e interessante di quanto le agenzie ideologiche dell’epoca hanno cercato di far credere, è quella di una direzione “in presenza” (cioè la tipica conduzione di psicodramma) è proprio il Martirio di Santa Apollonia, dipinto da Jean Fouquet per il Libro d’Ore di Etienne Chevalier (1452-1460).

Il Capocomico è quel signore in blu che sta in piedi in mezzo alla rappresentazione, con il copione-partitura in una mano e una bacchetta per dirigere gli attori nell’altra.

 

 

 

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