I disturbi intestinali sono diffusi e frequenti nella popolazione. Si calcola che possano riguardare, almeno saltuariamente, un italiano adulto su dieci, più spesso donne che uomini, fra i 30 e i 50 anni (indicativamente).
Le cause di tali disturbi gastro-intestinali sono talvolta diagnosticabili dal medico con precisione, come dovute ad alterazioni biomediche circoscritte.
Con frequenza, si tratta invece di disagi che interferiscono significativamente con la vita della persona, ma di cui non si riesce a definire l’origine, se non nei vaghi termini “funzionali” della cattiva alimentazione, dello stile di vita disordinato, dello stress e così via.
Il termine più tecnico per definire tutta la famiglia di tali disagi, nelle loro molte variazioni individuali, è spesso quello di sindrome dell’intestino irritabile o, nell’originale anglo-americano, di Irritable Bowel Syndrome IBS.
Di fatto: simili stati di disagio si classificano quasi sempre nella generica categoria dei disturbi psicosomatici, senza arrivare a definizioni più precise.
La persona che soffre di tali disturbi finisce così, in molti casi, con l’affidarsi a prodotti-integratori, su cui la pubblicità (spesso televisiva) insiste in modo martellante ma la cui efficacia biomedica risulta in genere assai dubbia se non assente, ma che possono talvolta funzionare (anche bene) nella forma psicologica del placebo.
La ricerca scientifica e clinica internazionale più avanzata ha però evidenziato che si possono ottenere notevoli miglioramenti in particolare con l’ipnosi, se somministrata da psicologi e medici con solide competenze professionali.
Presento solo un paio di esempi, in termini di competenze e di credibilità elevate:
- Con l’ipnosi sono stati ottenuti ottimi risultati nel contrastare la IBS, in un clinical trial pubblicato su Lancet, presso un insieme coordinato di ospedali e di cliniche universitarie a Bristol in Inghilterra [Harvey et Al, 1989]. È stato impiegato un campione di 33 soggetti (più altri 3 che però non hanno completato il trattamento), di cui 27 donne e 9 uomini, diagnosticati come sofferenti in modo certo della IBS, cui precedenti cure mediche non avevano apportato alcun giovamento. Le persone sono state sottoposte a sedute ipnotiche di 40 minuti per sette settimane, anche con l’insegnamento dell’autoipnosi. La psicotecnica utilizzata è consistita in una induzione per fissazione dello sguardo, seguita da suggestioni di piacevole calore e di rilassamento, mentre il soggetto tiene una mano sullo stomaco, per poi seguire una immaginazione guidata, che racconta di un fiume e dello scorrere tranquillo delle sue acque [il protocollo per la suggestione è descritto con dettaglio in: Whorwell, Prior e Colgan, 1987]. Prima del trattamento, i pazienti avevano compilato per due settimane un apposito diario dei sintomi. Alla fine della cura: 20 soggetti sono migliorati in modo significativo; con 11 tra essi che presentano una remissione quasi totale dei sintomi. Il miglioramento permane dopo tre mesi dalla conclusione del trattamento. Non si rilevano differenze significative tra i soggetti trattati con l’ipnosi in piccolo gruppo e quelli trattati individualmente. Secondo un precedente lavoro, sempre pubblicato su Lancet, alcuni degli stessi ricercatori avevano ottenuto su 30 pazienti con IBS risultati ancora più netti e molto significativi, specie se messi a confronto con il minimo cambiamento intervenuto in un analogo campione di controllo, che era stato trattato con psicoterapia e con placebo ma senza ipnosi [Whorwell, Prior e Faragher, 1984].
- Vlieger e colleghi [2007], in una verifica sistematica condotta presso il St. Antonius Hospital di Nieuwegein in Olanda, ottengono miglioramenti significativi impiegando la suggestione presso un campione di 53 pazienti pediatrici, che presentano la sindrome del colon irritabile.
- Gerson, Gerson e Gerson [2013], con una ricerca su 75 soggetti condotta in collaborazione tra la Mount Sinai School of Medicine e la New York University, rilevano che l’ipnosi è efficace nel migliorare in modo statisticamente significativo la condizione dei pazienti IBS anche quando viene somministrata in gruppo. La permanenza dell’efficacia del supporto ipnotico è stata pienamente verificata anche a un anno di distanza dall’intervento suggestivo.
- Moser et Al [2013] ottengono ottimi e duraturi risultati terapeutici, mediante la somministrazione dell’ipnosi a un campione di 100 soggetti che soffrono di Sindrome Refrattaria del Colon Irritabile, all’Università di Vienna.
Per riferimenti bibliografici più precisi, rimandiamo al Manuale Completo di Ipnosi, dove anche l’impiego professionale dell’ipnosi per superare la sindrome del colon irritabile è ampiamente trattato.
In conclusione: sulla base dei sistematici riscontri scientifici internazionali, così come constatiamo anche nella quotidiana esperienza degli psicologi di Psicotecnica, si può dire che, anche nel caso dei disturbi gastro-intestinali l’ipnosi, impiegata seriamente e con competenza, non è certo in grado di sostituire l’intervento del medico competente, ma rappresenta spesso uno strumento efficace e non di rado risolutivo, che comunque risulta di solito più potente delle molte “medicine senza ricetta” cui purtroppo, in mancanza di meglio, tanti si rivolgono senza successo.
Lo Studio di Psicotecnica è animato da psicologi che sanno aiutarti con le più avanzate tecniche psicologiche. Il coordinatore del gruppo è il prof Felice Perussia. I siti di riferimento dello Studio di Psicotecnica sono psicotecnica.it e ipnotecnica.it. Operiamo in molti contesti, ma soprattutto a Milano