Al momento della trance, possono venire suggestionati alla persona dei compiti da realizzare in futuro, nella forma di indicazioni che sono di delle fatto visioni relative a qualcosa che accadrà in futuro; del tipo: “E quando stasera ti stenderai sul letto: sarai tranquillo e proverai una gran voglia di dormire … E quando sentirai nell’aria il fumo di una sigaretta che aleggia: l’odore ti darà fastidio …” Tali suggestioni, che vengono proposte ora per allora nel futuro, vengono dette suggestioni post-ipnotiche.
Le suggestioni post-ipnotiche possono essere molto precise. L’ipnotista indica un’azione definita, che si verificherà a un certo punto. In questo caso, la struttura della suggestione è del tipo: Dato: A > Allora: B.
Indicazioni di questo genere hanno il carattere di una prescrizione didattica, sul genere di quelle che offrono gli insegnanti delle scuole o i genitori o i medici; del tipo: “Fai questo! … Bisogna che tu faccia quello! …”
Tale modalità del compito post-ipnotico presenta una struttura simile a quella di un condizionamento classico, dove però il radicarsi del nuovo comportamento non origina dall’intervento di un rinforzo (ad esempio: il cibo, nel caso del cane di Pavlov) bensì dalla condizione di maggiore suggestionabilità in cui la persona si trova quando è in trance, per cui la suggestione si stampa in modo marcato nella sua mente.
Come sintetizza Kroger: “Gli atti che vengono portati a termine dopo la conclusione dell’ipnosi in risposta ad una suggestione specifica vengono chiamati fenomeni postipnotici. Una suggestione data durante l’ipnosi svolge la funzione dello stimolo mentre l’atto diventa la risposta […] Si tratta probabilmente di una replica spontanea auto-indotta della situazione ipnotica originale […] Può rimanere attiva per molti mesi […] La risposta alle suggestioni post-ipnotiche può essere paragonata ad un comportamento compulsivo […] Quando viene messa in atto una suggestione post-ipnotica che non è completamente in accordo con le disposizioni del soggetto, di solito questo razionalizza il comportamento inconsueto”.
Le prescrizioni post-ipnotiche possono essere uno strumento efficace per aiutare la persona che soffre.
Quando, ad esempio, ci si propone di intervenire per migliorare una condizione precisa, può riuscire utile il fatto di trovare un comportamento specifico o un obiettivo definito da raggiungere. Ad esempio: se la persona intende smettere di tormentarsi le unghie, le si può suggestionare direttamente di non tormentarsi le unghie. Se la persona prova una grave ansia all’idea di salire su di una scala, le si può suggestionare che salire su di una scala rappresenta un’esperienza gradevole. Si tratta, in questi casi di un intervento ipnotico piuttosto rudimentale ma talvolta efficace.
Quando esegue il compito post-ipnotico, la persona ha spesso la sensazione di compiere un atto necessario, pur provando in molti casi anche l’impressione di stare agendo in questo modo per una specie di istinto o di esigenza indefinibile, più che per una scelta personale consapevole. Il che ha sempre fatto pensare ad un parallelismo tra l’esecuzione del compito post-ipnotico e l’atto compulsivo.
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