Sigismund Freud ipnotista (1856-1939)

 

Sigismund Shlomo Freud detto Sigmund è un medico di origine ceca, operante a Vienna, largamente noto al vasto pubblico popolare, assai brillante come divulgatore ma privo di un ruolo accademico ufficiale e del rigore sperimentale dello scienziato ricercatore di laboratorio.

Si occupa di ipnosi avendo assistito da giovane ad una esibizione teatrale del magnetizzatore Hansen.

Lavora inizialmente in ambito neurologico, ma dal 1880 studia la suggestione direttamente da quello che al tempo è forse il più stimato ipnotista clinico di Vienna e cioè Joseph Breuer, che Freud conosce mentre frequenta da studente l’istituto di von Brücke, di cui Breuer è assistente.

Nel 1885 Freud, ormai trentenne, ottiene una borsa di studio per trascorrere un semestre presso Charcot, a Parigi. L’anno successivo studia anche presso Bernheim, a Nancy.

Dopo quasi quindici anni in cui Freud gli ha fatto da collaboratore, i due pubblicano il testo di Breuer, che riporta vari casi trattati tutti con l’ipnosi. Il più noto fra questi è quello detto di Anna O, firmato però esclusivamente da Breuer, dato che Freud non aveva mai avuto a che fare e nemmeno mai visto questa sua paziente.

Successivamente alla pubblicazione del lavoro, Freud acquista di notorietà e si distacca progressivamente da Breuer per poi scegliere di proporre la sua tecnica con dei nomi meno compromessi di quello dell’ipnosi.

Freud, dal carattere molto ambizioso, cerca di distinguersi con il chiamare il suo lavoro professionale impiegando dei nomi nuovi, benché mantenendo una tecnica clinica di derivazione nettamente ipnotica.

L’impostazione teorica di Freud discende soprattutto da quell’Analyse che aveva imparato dal grande Claude Bernard in campo medico e più in particolare dalla Analyse Psychologique di Pierre Janet in campo psicologico, che Freud importa nella sua pratica, traducendola direttamente in tedesco come  Psychologisch Analyse o sincopandolo in Psychoanalyse (dato che in quella lingua, come anche in inglese, l’aggettivo e il sostantivo sono invertiti rispetto a quanto usa nelle lingue latine).

Nel prosieguo del suo lavoro professionale, Freud decide di proclamare che il suo metodo (di cui non precisa mai la tecnica effettivamente impiegata nel dettaglio, limitandosi a dire che segue il “metodo clinico” ma senza mai documentarlo con esattezza) non è suggestivo, ma che anzi è molto migliore e alternativo, per cui tiene a prendere formalmente le distanze rispetto all’ipnosi.

La Psicotecnica di Freud è, in modo piuttosto trasparente, una variazione sul trema di quella “terapeutica suggestiva allo stato di veglia” che rappresenta la grande specialità di Bernheim e che Freud aveva appunto imparato a Nancy, con l’aggiunta di alcune sfumature ricavate dal lavoro di Janet e da quello di Taine, come anche di alcuni espedienti suoi originali.

Se poi consultiamo gli almeno quaranta diari di pazienti di Freud che sono stati pubblicati sinora, possiamo ben capire quanta suggestiva immaginazione guidata ci fosse nel lavoro clinico di Freud, con il paziente disteso nella penombra, svuotando la mente e lasciando emergere qualsiasi contenuto così come veniva,  mentre il Maestro ininterrottamente gli parla.

 

 

 

 

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