Hippolyte Bernheim ipnotista (1840-1919)

 

Hippolyte Bernheim è professore di clinica medica alla Università di Nancy.

Bernheim comincia ad occuparsi di ipnosi dopo che, avendo sentito parlare di Liébeault come di un medico guaritore filantropo, decide di andare a vedere come opera questo personaggio (che gli pare, a distanza, sospetto di ciarlataneria) per finire col rimanerne affascinato.

Si convince progressivamente sempre di più che l’ipnosi non è un fenomeno magnetico né una malattia, bensì un effetto della suggestione, molto simile al sonno, fondato su particolari reazioni psicologiche della persona.

Bernheim è il fondatore della Scuola psicologica detta appunto di Nancy, in contrapposizione alla Scuola psichiatrica parigina detta della Salpêtrière, alla cui testa stava Charcot.

Bernheim si fa portatore di una concezione, che appare tanto decisamente psicologica quanto poco bio-medica, del disagio mentale e dei quadri clinici psichiatrici relativi.

È convinto, contrariamente ad alcuni suoi colleghi accademici, che tutti possono essere ipnotizzati con relativa facilità.

Bernheim è talmente poco portato a valutare l’ipnosi come un fatto fisiologico, che sul finire della sua carriera sembra sia arrivato ad affermare provocatoriamente che “L’ipnosi non esiste”, nel senso che esisterebbe solo una relazione suggestiva tra persone, la quale ha a che fare con la suggestionabilità e non rappresenta uno stato mentale particolare.

 

 

 

 

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